domenica 10 ottobre 2010

Mondiali Volley: vince Brasile

FONTE: www.gazzetta.it


ROMA, 10 ottobre 2010 - Onore ai più forti. Il Brasile è il dominatore di questo millennio. Al PalaLottomatica conquista il terzo Mondiale consecutivo, eguagliando l’Italia che aveva fatto lo stesso negli anni Novanta. Troppo forti i ragazzi di Bernardinho, cui i 12 mila spettatori – con l’eccezione delle poche centinaia di tifosi brasiliani – hanno riservato un comportamento ostile, sino all’ultimo punto, quando l’applauso diventa ammirazione sportiva. Un po’ meno sportivo, e questa è l’unica macchia dei campioni, è stata la partita “a perdere” con la Bulgaria per evitare un certo girone, comportamento recidivo come all’Olimpiade di Atene. Il Brasile stravince perché riesce a tenere sempre a distanza di sicurezza una Cuba che non riesce mai a trovare i propri meccanismi, specie in un muro deficitario (solo 4). Bene il giovanissimo Leon, dal futuro garantito, troppo poco per contrastare i tri-campioni: quella di Bernardinho è un’orchestra quasi perfetta. Con Murilo (miglior giocatore del torneo) eccellente in ricezione, affidabile in attacco e riferimento di una squadra senza punti deboli, che in questi anni ha saputo cambiare, evolvendosi nel gioco senza mai perdere competitività. Cuba ha giovani assai interessanti ma ha toppato la partita decisiva. Annullare con grinta 3 match-ball ai brasiliani è troppo poco per poter cambiare la storia di questo Mondiale. La partita inizia con grandi difficoltà in ricezione sulla battuta di Vissotto, e primo break (6-2) per i brasiliani. Poi ci pensa ancora Dante dal servizio, i cubani sentono parecchio il peso della finale e fanno fatica a sbloccarsi. D’altronde i due martelli-ricevitori accumulano in due 39 anni e un po’ di emozione è comprensibile. Il Brasile vola 9-4. Un muro risveglia Cuba. Leon si toglie la paura da dosso e comincia a schiacciare con continuità. Però Lucas e gli altri non concedono molto fino al 14-20. Quando un muro di Leal su Murilo e una invasione dalla seconda linea di Dante, costringono Bernardinho chiedere time out sul 17-20. Un ace di Hernandez avvicina ancora Cuba: 19-21. Discutibile fischio dell’arbitro turco Sokullu che toglie spettacolarità a una grande difesa cubana e Brasile che vola 24-20. Simon dal servizio annulla due set ball, ma Dante chiude 25-22.
Nel terzo set Leon passa opposto, rimane Diaz in palleggio e in ricezione con Leal c’è Bell. Ora Cuba rimane attaccata punto a punto. Ma nei momenti manca il muro e ci sono errori pure in attacco. Al secondo time out tecnico il Brasile ha 4 lunghezze di vantaggio: 16-12. Un tesoro che una squadra esperta come quella verdeoro non disperde. L’ultimo a cedere fra i caraibici è il 17enne Wilfredo Venero Leon, che in attacco passa sugli altissimi muri brasiliani, con una personalità incredibile. Per lui il futuro è già una certezza. Ma il presente continua a parlare brasiliano. Anche nel secondo tempo, Cuba ci mette un po’ a entrare nel clima giusto, intanto i brasiliani volano 7-1. Poi i caraibici si risvegliano, difendono di più, ma il cambio di palleggiatore – ora c’è Diaz in regia – non aiuta i tempi d’attacco. I sudamericani variano aggirando il muro cubano, assai meno efficace che nella semifinale con la Serbia. Bravo Bruno a tenere il braccio caldo a tutte le sue bocche da fuoco. Per capire il momento topico dell’attacco, basta dire che Cuba non becca neanche un muro. E chiude a secco in questo fondamentale il numero uno di questo mondiale, quel Simon che vanta una media di 5 blocchi vincenti a partita. Il c.t. Samuel ruota i suoi uomini e il Brasile chiude più in fretta 25-14.
Cuba-Brasile (22-25,14-25, 22-25)