martedì 13 luglio 2010

Tagli all'Università: sciopero della fame di tre docenti

Sono tre docenti del dipartimento di Chimica, la locomotiva del dissenso. Per primi stazionaranno sul listòn un giorno ed una notte senza toccar cibo. La clamorosa protesta per informare "sulla condizione attuale degli atenei italiani e sui pericoli che ne minano la sopravvivenza" e per dire no al blocco del turnover e degli stipendi ai giovani ricercatori
Giorgio Moro, Chiara Maccato e Maurizio Casarin
Pance vuote e digiuno forzato contro i tagli all'Università. Docenti di ogni ordine e grado a partire da oggi deporranno forchette e coltelli e sigilleranno le dispense per dire un no al blocco del turnover e degli stipendi ai giovani ricercatori.

E per informare la cittadinanza «Sulla condizione attuale degli atenei italiani e sui pericoli che ne minano la sopravvivenza» hanno scelto una forma di protesta poco chiassosa, ma che difficilmente passerà inosservata: sciopero della fame sul listòn. I pionieri della provocazione, che effettueranno la prima 24 ore di astensione dal cibo, si piazzeranno tra palazzo Moroni e il Bo.

Sono tre docenti del dipartimento di Chimica, la locomotiva del dissenso: la ricercatrice Chiara Maccato e i professori ordinari Maurizio Casarin e Giorgio Moro. «Cari colleghi», scrivono nel messaggio che annuncia la protesta «come auspicato nelle mozioni recentemente approvate dalla facoltà di Scienze e dal Senato accademico, riteniamo sia indispensabile informare l'opinione pubblica agendo in maniera incisiva. A tal fine ci facciamo promotori di un'iniziativa di sciopero della fame da parte di ricercatori e professori della nostra Università».

La lettera - sottoscritta anche dai docenti Lorenzo Franco e Alberto Gasparotto - dopo la critica al «Ministero che latita rispetto all'obbligo di definizione di procedure concorsuali», annuncia la protesta: «L'iniziativa consiste nella presenza pubblica per 24 ore nella piazzetta tra Comune e palazzo del Bo» previa sistemazione di una tenda, tavolino con sedie, strutture per esposizione di manifesti». I promotori chiedono ai docenti di impegnarsi a gruppi di tre per 24 ore filate. Di aderire allo sciopero ad oltranza che, ribadiscono, «Si svolgerà su base puramente volontaria».

Fischio d'inizio della protesta questa mattina alle 10: Maccato, Casarin e Moro saranno i primi tre a stazionare sul listòn un giorno ed una notte senza toccar cibo, consentita solo l'acqua per evitare collassi, data la calura. Rimarranno a disposizione dei cittadini, tenteranno di spiegare alla gente che cosa significa «ddl Gelmini» e «tagli al fondo di finanziamento ordinario dell'Università». Concetti che secondo i docenti devono travalicare le mura delle Università per riversarsi sulle strade.

Vogliono che tutti capiscano che se non c'è ricerca non c'è futuro. Tradurre uno slogan in realtà. La protesta che parte oggi da Padova investe sotto altre forme tutte le Università italiane. Ieri a Roma sono stati effettuati esami all'aperto, mentre stasera sarà la volta delle interrogazioni in notturna, «Perché la riforma Gelmini», dicono «mette su una strada professori e ricercatori e fa calare le tenebre sugli atenei». I professori protestano contro tagli, mancate assunzioni dei giovani, blocco dei compensi e per il ridimensionamento della figura del ricercatore.

FONTE: http://mattinopadova.gelocal.it



lunedì 12 luglio 2010

Eclissi solare totale: per chi non c'era

In concomitanza con la finale dei Mondiali di calcio, per domenica 11 luglio il cielo prepara uno dei suoi spettacoli più strepitosi: un’eclisse totale di Sole. Peccato, però, che sarà visibile soltanto dal Pacifico, precisamente nella fascia che lambisce la Patagonia, popolata da piccole isole, la più famosa delle quali è l’Isola di Pasqua.

A godersi lo spettacolo in diretta saranno gli astronomi degli osservatori di Torino e della Valle d’Aosta, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). La spedizione congiunta, organizzata nell’ambito di un programma di ricerca internazionale che coinvolge anche università delle Hawaii e Nasa, ha scelto l’atollo di Tatakoto (Polinesia francese), per osservare nelle condizioni ideali la corona solare, ossia la regione turbolenta che avvolge il Sole. «La corona è circa un milione di volte meno luminosa del disco solare», spiega il responsabile della missione, Silvano Fineschi. «La parte della corona più vicina al Sole – spiega l’esperto – è osservabile solo durante un’eclisse totale. Neppure con i coronografi, strumenti che schermano artificialmente la luce del disco solare, è possibile vederla. Per studiarla bisogna necessariamente recarsi dove si verifica un’eclisse».

A questo link è possibile vedere l'eclissi per tutta la sua durata:
http://www.youtube.com/watch?v=0n7x4NijKNE

mercoledì 7 luglio 2010

Via ai saldi in Sardegna

FONTE: www.unionesarda.it

Al via domani i saldi estivi 2010 a Cagliari e nel resto dell'Isola. Prende il via ufficialmente, la stagione delle vendite a prezzi scontati che durerà due mesi, fino all'8 settembre, anche se qualche negoziante, per battere la crisi, ha già anticipato da alcuni giorni le vendite con prezzi ribassati.


A Cagliari, per celebrare il primo giorno di saldi, domani i negozi resteranno aperti fino alla mezzanotte in occasione della "Notte dei saldi", per iniziativa del consorzio Centro storico. Secondo le previsioni della Confcommercio, il valore complessivo di spesa nella provincia di Cagliari sarà di circa 29,7 milioni di euro, con una media di 227 euro per famiglia: saranno circa 131 mila quelle della provincia che compreranno in saldi. Per il corretto acquisto degli articoli in saldo la Confcommercio ha anche ricordato alcuni principi base: 1) La possibilità di cambiare il capo dopo l'acquisto è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. 2) Non vi è obbligo per la prova dei capi, è a discrezionalità del negoziante. 3) Le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione. 4) I capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo; tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso. 5) Vi è obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

Aquilani in piazza aggrediti dalle forze armate

FONTE. www.lastampa.it

ROMA - Sono arrivati a Roma in circa 5 mila dal «cratere» dell’Aquila, la zona più colpita dal terremoto, e hanno marciato fin sotto Palazzo Grazioli, residenza del premier Berlusconi. Come ha spiegato il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, volevano protestare davanti al Parlamento perchè dal primo luglio hanno ricominciato a pagare le tasse. Ma la tensione era palpabile nell'aria fin dall'inizio.

La situazione si è scaldata quando due blindati dei carabinieri hanno chiuso, schierando i mezzi blindati, l’accesso a via del Corso da piazza Venezia. Un gruppo di circa un centinaio di persone, ha cercato lo stesso di superare lo sbarramento. Ci sono stati tafferugli e spintoni, ma nessuno è riuscito a superare la barriera delle forze di polizia, che sono schierate in assetto antisommossa. Una ragazza lamenta di essere stata colpita accidentalmente al volto.

A riportare la calma ci ha pensato lo stesso sindaco dell’Aquila, che è riuscito a convincere i più agitati a fare qualche passo indietro e a tornare in piazza Venezia. Le grida però di «L’Aquila, L’Aquila» continuano a echeggiare minacciose, mentre i cordoni della polizia sono stati rinforzati.

Alla fine la polizia ha aperto un varco inPiazza Venezia consentendo ai manifestanti di raggiungere Via del Corso per proseguire poi fino al Parlamento. Nella piazza regna la confusione, con i manifestanti che corrono gridando "vergogna, vergogna" mentre polizia, carabinieri e guardia di finanza tentano di arginarli. Secondo quanto si è appreso la manifestazione dei terremotati è stata bloccata in Via del Corso perchè in Piazza del Parlamento c’è già una manifestazione di disabili e quindi la piazza era occupata.

Arrivano le prime reazioni da parte dei politici. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha ricevuto a Palazzo Madama una delegazione di rappresentanti dell'autorità abruzzese, tra cui c'era il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. Pier Luigi Bersani ha invece raggiunto i manifestanti in piazza, che lo hanno accoltoin modo piuttosto ostile tra fischi e urla come «vergogna, anche voi dell'opposizione ci avete lasciati soli» . Una volta preso in mano il microfono, il segretario del Pd ha dichiarato: «Ho sentito di episodi non accettabili, non tollerabili. Il governo non può far trovare la polizia di fronte a una manifestazione come questa. Gli aquilani meritano rispetto».

venerdì 25 giugno 2010

Padova: l'orologio astronomico riprende vita

FONTE: www.muradipadova.it


La Torre dell'Orologio Stampa E-mail
Scritto da Patrizia Dal Zotto   

quadrante_resatauratoLa torre dell'orologio di Piazza dei Signori è la parte centrale della quinta scenografica costituita dal fronte del Palazzo del Capitanio che faceva da sfondo alle cerimonie pubbliche e alle feste che sotto la Repubblica di Venezia, dal 1405 al 1797, si svolgevano nella piazza, come in un gran teatro. Questo che immette nell'attuale piazza Capitaniato era anche uno degli ingressi alla Reggia Carrarese , residenza e sede del governo dei signori della città, edificata per volere di Ubertino da Carrara (1338-1345). Il complesso di edifici e corti era cinto da un muro fortificato, con camminamento di ronda e almeno due ingressi, costituiti ciascuno da una poderosa porta munita di torre: quello principale era sul lato sud, verso il Duomo, sede del potere religioso, in corrispondenza del passaggio tra corte Arco Valaresso e lo scalone coperto che conduce alla Sala dei Giganti. L'altro ingresso, di importanza secondaria, era sul lato orientale, verso il Palazzo della Ragione e le piazze, si fronte alla chiesa di San Clemente. 
In un locale della porta-torre meridionale, demolita già nel 1390 nel corso di episodi bellici che affrontavano i carraresi con la Repubblica di Venezia, era stato collocato nel 1344 il grande orologio meccanico astrale realizzato da Jacopo Dondi, capostipite della famiglia di medici e astonomi, professori dello Studio di Padova, che prese nome da questa ingegnosa e magnifica opera, una delle prime in Italia: i Dondi dell'Orologio (il figlio Giovanni è l'autore dell'astrario, una copia del quale è conservata nel palazzo del Bo). L'orologio meccanico di Jacopo si inserisce nell'ambito delle concezioni aristoteliche e del modello tolemaico geocentrico, ma rimanda anche alle teorie astrologiche di Pietro d'Abano, personaggio cardine di una tradizione scientifica che trova terreno fertile nello Studio di Padova, rappresentata da medici, filosofi, astronomi, e che resta vitale fino a Galileo e oltre.
Venezia, sottomessa la ricca signoria di Padova nel 1405, si dà subito da fare per cancellare quanto più possibile le tracce dei Carraresi, demolendo strutture, trasformando ambienti, cambiando i nomi, riappropriandosi degli spazi. Quel che resta della Reggia Carrarese dopo le prime affrettate demolizioni mantiene il ruolo di sede amministrativa e residenziale di una delle due cariche del governo della città: il Capitanio. Viene riorganizzato lo spazio libero davanti al palazzo del Capitanio, verso la chiesa di San Clemente, ampliato con la demolizione di pochi edifici. Già nel 1423 si passa alla sistemazione della ex torre carrarese che difendeva l'ingresso orientale alla reggia, dove verrà collocato un nuovo orologio meccanico copia di quello, distrutto, di Jacopo Dondi. Ristrutturazione della torre, installazione dell'orologio, decorazione pittorica e doratura del quadrante (Giorgio da Treviso) durano una dozzina di anni: il nuovo orologio che segna le ventiquattro ore, i giorni e i mesi, le fasi lunari, il moto dei pianeti e lo zodiaco, viene inaugurato nel 1437.
Il nuovo orologio, realizzato da un Mastro Novello, padovano, e dai vicentini Giovanni e Gian Pietro delle Caldiere, è copia fedele, nel meccanismo e nel funzionamento, di quello di Jacopo Dondi, come si deduce dalle descrizioni di storici e osservatori, e come confermerebbero i dati raccolti nell'ultimo restauro: la maggior parte dei segni zodiacali, in rame lavorato a sbalzo e rifinito a foglia d'oro, sarebbero gli originali trecenteschi recuperati dalla porta-torre meridionale.
Nel 1532 Giovanni Maria Falconetto riceve dalla Serenissima l'incarico di "ammodernare" la Torre dell'Orologio, in sintonia con i nuovi canoni estetici del Cinquecento, di impronta classica, e in risposta alle esigenze di rappresentanza che ha assunto quello spazio urbano. La piazza dei Signori, infatti, cambia volto nel giro di pochi decenni con la costruzione della Loggia del Consiglio, terminata nel 1536 (lo stesso Falconetto era stato incaricato nel 1530 di portare a termine alcune finiture dell'edificio a loggia del Consiglio pressoché ultimato e già in uso). La parte inferiore della torre assume l'aspetto di un arco di trionfo, sulla cui trabeazione si imposta un alto zoccolo, che accoglie il leone marciano, su cui poggia il quadrante dell'orologio, inquadrato da due paraste doriche ai lati e da una seconda trabeazione superiore che corona il tutto. Al di sopra dell'orologio con i segni zodiacali si eleva la parte terminale della torre: due piani finestrati (tra cui l'appartamento del custode), il tamburo ottagonale della cella campanaria e la cupola rivestita di lastre di piombo. Le archeggiature delle cornici dei piani riprendono, nella foggia e nella collocazione, quelle analoghe che cingevano la parte sommitale delle torri trecentesche. Della torre originaria carrarese resta ben poco di visibile, probabilmente qualche lacerto di affresco in uno dei locali interni. Orologio e torre hanno subìto nel tempo numerosi interventi di manutenzione e restauro (alcuni di questi sono ricordati nelle iscrizioni apposte attorno al quadrante), e di adeguamento a nuove conoscenze scientifiche o a esigenze pratiche, ma si sono mantenuti sostanzialmente integri.
Come è noto, e sotto gli occhi di tutti, tra i segni zodiacali manca la Bilancia, al suo posto ci sono le chele dello Scorpione. La spiegazione più utilizzata, forse perché suscita in chi l'ascolta un sorriso d'intesa e di soddisfazione, è quella secondo la quale l'artista non sarebbe stato pagato adeguatamente, come pattuito, e avrebbe quindi eliminato il segno della Bilancia, simbolo di giustizia o, secondo altri, segno zodiacale del committente, ponendovi le taglienti chele dello scorpione. Tale circostanza non pare suffragata da alcun documento storico. La Bilancia sarebbe invece stata tolta in occasione di una modifica al meccanismo dell'orologio da un intraprendente personaggio (l'abate Bartolomeo Toffoli di Calalzo), erroneamente convinto che l'astronomia egizia si basasse su undici simboli zodiacali.[1]
In astronomia sole, luna e tutti i pianeti del sistema solare si muovono all'interno di una fascia di cielo, lo Zodiaco che comprende dodici costellazioni [2] , raggruppamenti ideali di stelle che creano figure, di tradizione antichissima, nelle quali gli antichi greci riconobbero miti e divinità, tramandandone fino a noi le denominazioni. Essi non avevano individuato la Bilancia, una costellazione poco appariscente, che costituiva le chele dello Scorpione: infatti i corpi più brillanti della Bilancia hanno mantenuto la denominazione antica: chela nord e chela sud; inoltre le costellazioni dello zodiaco (dal greco: cerchio degli animali) portano il nome di miti legati tutti ad animali, tranne la Bilancia. Furono i romani a separare la Bilancia dallo Scorpione nel I sec. a.C., probabilmente rispolverando un mito sumero, precedente ai greci, che individuava in questa parte del cielo la bilancia del cielo. Raffigurazioni dei segni dello zodiaco che si basano su testi di astrologia degli antichi greci, riscoperti nel rinascimento e ancora in uso nel Cinquecento, non hanno la Bilancia.
Con l'orologio di Piazza dei Signori si conclude un ciclo di restauri iniziato nel 1990 che ha interessato la struttura architettonica della Torre dell'Orologio, gli intonaci (nel sottarco sono state evidenziate tracce della decorazione a monocromo di Sebastiano Florigerio, a completamento dell'intervento di Falconetto), i marmi, il quadrante in tutte le sue parti (ricordiamo l'eccezionale esposizione dei segni zodiacali nell'Oratorio di San Rocco), il meccanismo dell'orologio, gli ambienti della torre, l'appartamento del custode (sarebbero emersi lacerti di affreschi trecenteschi). Un ciclo di restauri che ha coinvolto anche le strutture vicine: i locali dell'anagrafe (sono stati messi in luce brani di murature appartenenti alla reggia carrarese), il fronte del Palazzo del Capitanio (ripuliti gli stemmi sull'angolo sud-est), la facciata e il portico del Palazzo del Monte di Pietà (sono stati evidenziati brani di iscrizioni affrescate). Interventi che hanno reso più leggibili frammenti di storia sotto gli occhi di tutti.

[1] S. Borsella, Piazza dei Signori, la Torre e l'Orologio astronomico di Jacopo Dondi tra il XIV e il XXI secolo, in Padova tra arte e scienza, Padova, 2009.

[2] In realtà le costellazioni sono tredici: l'Ofiuco (il serpentario, colui che porta i serpenti) si colloca tra Sagittario e Scorpione, il sole vi entra il 30 novembre e ne esce il 17 dicembre. E questa è la realtà dei fatti. Ma l'astrologia ha suddiviso il cielo dello zodiaco in dodici porzioni uguali, eliminando dai propri segni l'Ofiuco: le date in cui il sole entra in ciascuna delle dodici costellazioni astrologiche non coincidono con quelle astronomiche.


martedì 8 giugno 2010

Unipd: Senato accademico approva l'aumento delle tasse per i redditi più alti

FONTE: www.corrieredelveneto.corriere.it

PADOVA - L’Università di Padova aumenterà le tasse per gli studenti nel prossimo anno accademico. Lo ha deciso a larghissima maggioranza il Senato Accademico; la votazione ha registrato due no e due astensioni. L’Ateneo - in una nota - sottolinea che si tratta del primo incremento delle tasse studentesche attuato a Padova dal 2004, e che corrisponde al recupero degli aumenti del costo della vita nel periodo dal 2004 al 2011. Si tradurrà, in sostanza, in un adeguamento su base degli indici Istat. Una decisione, sottolinea l’Università patavina, resa «inevitabile dai tagli del finanziamento statale, che nel 2011 saranno dell’ordine di 15 milioni di euro sul 2010, dopo le riduzioni di pari importo già subite quest’anno sul 2009». Una manovra che comunque tutelerà i redditi medio-bassi delle famiglie. Gli aumenti riguarderanno in larga misura i redditi con punti Isee superiori ai 50 mila euro. È stato anche introdotto un meccanismo che premia gli studenti più meritevoli, riducendo per loro le tasse, e che penalizza invece quelli con risultati scadenti.

1° Open Water Challenge nella Penisola del Sinis




Fonte: notizie.alguer.it

ORISTANO - Valorizzare e dare impulso all’offerta turistica del territorio di Oristano creando un nuovo modo di fare vacanza; promuovere le spiagge della zona con un’offerta turistica diversa dal solito all’insegna di sport, mare e divertimento. E’ questo il nuovo progetto di promozione del territorio realizzato dal Sistema Turistico Locale
Centro Occidentale Eleonora D’Arborea (STL) e dalla Provincia di Oristano che, in collaborazione con Renzo Mancini e Sergio Cantagalli dell’Osa Srl, che inaugura la stagione turistica estiva con la prima edizione dell’Open Water Challenge.

Dal 10 al 13 giugno, nelle spiagge della provincia di Oristano, un ricco programma di intrattenimento e sport dedicato non solo agli addetti ai lavori ma anche agli appassionati e ai semplici curiosi. Quattro giorni d’intensa attività agonistica, con i nomi più prestigiosi del kitesurf e del windsurf mondiale; quattro giorni di divertimento per turisti e residenti, che si incontreranno durante le serate di musica e animazione. Gare professionistiche e amatoriali, un villaggio di gazebo nella spiaggia di Torregrande con stand espositivi con le novità del settore, gonfiabili, palchi, strutture sportive e attività ludiche aperte a tutti animeranno la quattro giorni dell’Open Water Challenge.

Un ricco programma di gare per la prima edizione dell’evento: l’avvincente “Sinis Endurance”, una competizione a tappe su lunga distanza per windsurf e kitesurf nelle scenografiche acque della Penisola del Sinis. E ancora la sfida su distanza del “Paddle Marathon”, i tornei di beach tennis, beach rugby, wakeboard. E per chi si vuole avvicinare allo sport anche lezioni gratuite e test sulle attrezzature per windsurf e kite.