venerdì 16 aprile 2010

THE R.U.N. :Una vita in corsa

E' ormai alle porta la prima delle 10 tappe del circuito THE RUN, il primo reality al mondo sul running, targato RCS Sport - La Gazzetta dello Sport.
L'idea è quella di trasformare un circuito di running in un evento multimediale che vedrà protagonisti del reality televisivo i concorrenti runners con le loro fatiche, le loro delusioni e le lo aspettative.
La Gazzetta dello Sport promuove un'iniziativa che favorisce l'amore per  il Running: disciplina che unisce atleti professionisti e praticanti comuni,   sport ma anche stile di vita. Un modo per mantenersi in forma e per restare a contatto con la natura, in una costante tensione verso il risultato.

Nel FORMAT TV  si pensa di realizzare un esperimento sportivo senza precedenti, mettendo a disposizione di ogni atleta (6 i fortunati partecipanti): un allenatore, un virtual trainer e i materiali più innovativi, e trasmettere nelle 24 puntate della Docufiction i momenti di preparazione atletica dei runners.

Ecco le tappe del circuito:

- 18 Aprile - Roma
- 08 Maggio - Udine
- 29 Maggio - Pisa
- 06 Giugno - Padova
- 26 Giugno - Ravenna
- 04 Settembre - Jesolo
- 12 Settembre - Vigevano
- 26 Settembre - Genova
- 10 Ottobre - Bari
- 24 Ottobre - Fidenza Village

Partners ufficiali sono: Powerade (presenting sponsor), Skoda (auto ufficiale) e Reebok (sponsor tecnico).


FONTE: http://www.gazzetta.it/therun/

giovedì 15 aprile 2010

Volley: sarà in Italia il Mondiale femminile del 2014

Rimbalza da Punta Cana (Repubblica Dominicana), dove è in corso la riunione del board della Federazione Internazionale, la conferma ufficiale del conferimento alla Federazione Italiana Pallavolo dell’organizzazione del Campionato del Mondo femminile del 2014.
Il presidente federale Carlo Magri, presente nell’isola centroamericana, ha sottolineato gli aspetti più significativi di questo incarico: “È inutile negare che sono veramente contento di questo ennesimo riconoscimento alle capacità organizzative della pallavolo italiana. Già nei mesi scorsi avevamo avuto tutte le rassicurazioni del caso, ma ora che l’iter si è concluso possiamo esternare tutta la nostra soddisfazione. Siamo consapevoli che organizzare il Campionato del Mondo femminile del 2014 è un’altra grande impresa che dovremo compiere, di sicuro sarà preziosa l’esperienza accumulata negli ultimi anni curando i preparativi del Mondiale maschile, che celebreremo nel prossimo autunno. – poi ha proseguito il numero 1 della Fipav - La rassegna iridata femminile, un premio per l’importanza raggiunta dal nostro movimento in questo specifico settore, ci potrà regalare nuovi stimoli e nuove soddisfazioni dentro e fuori del campo. La nazionale femminile italiana nelle ultime stagioni ha raccolto molto in termini di risultati, ma soprattutto si è guadagnata con le vittorie, medaglie e popolarità. Molte delle nostre campionesse che tanti ci invidiano, saranno sicuramente ancora in campo tra quattro anni, ma sappiamo tutti bene che dietro di loro ci sono tanti giovani talenti che si sono già affacciati o stanno per farlo sulla ribalta internazionale con la maglia azzurra.” Poi Magri ha concluso la sua dichiarazione: “Con il Mondiale 2014 delle donne si chiuderà un eccezionale trittico di organizzazioni che inizia quest’anno con il Mondiale maschile e proseguirà nel 2011 con quello del Beach volley per entrambi i settori. Una definitiva laurea per la nostra disciplina e la nostra federazione, veramente una grande soddisfazione per tutti i nostri dirigenti ed anche strettamente personale, il miglior coronamento di tanti anni di lavoro anche a livello politico.”

FONTE: www.volley2010.com

Ciao Raimondo

E’ morto Raimondo Vianello, personaggio amatissimo della televisione italiana, l'icona televisiva del "politically correct" a tutti i costi ma sempre dotato di grande sarcasmo. Avrebbe compiuto 88 anni il mese prossimo.
Lascia la sua inseparabile compagna di vita, Sandra Mondaini, con la quale condivide anche buona parte della sua carriera professionale.

Dopo un'infanzia in Dalmazia, dove il padre ammiraglio prova ad avviarlo alla carriera diplomatica, il giovane Vianello  vive gli anni drammatici della seconda guerra mondiale, mentre studia legge all'università. Alla fine del conflitto l'Europa è in ginocchio e Raimondo sembra aver quasi maturato un profondo disgusto per la politica: sente la famosa carriera del diplomatico quanto di più lontano da lui.
Proprio subito dopo la guerra un evento fortunato gli consente di cogliere al volo l'occasione per un cambiamento, di dirigere la sua vita in un senso tutto diverso. I generosi pigmalioni sono due giovani autori che faranno molta strada, una coppia che diverrà con gli anni sinonimo di commedia: Garinei e Giovannini.
Vianello partecipa, come sfida personale e a titolo di puro divertimento, al "Cantachiaro N°2" ideato dai due grandi autori, ed entra così a far parte del mondo dello spettacolo.
Da quel momento in poi la sua carriera è solo in ascesa. Dal pubblico, ma anche dagli addetti ai lavori, viene apprezzato il suo umorismo sottile, elegante, mai volgare, quasi distaccato. Mai Raimondo Vianello cade in un una battuta volgare o si permette una caduta di gusto. In breve diventa uno degli attori più amati di sempre, di quelli che tagliano trasversalmente tutte le generazioni perchè, con il loro modo di fare e di porsi, sono "universali".
Agli inizi per parecchio tempo si limita a fare la spalla, anche per via appunto della sua comicità non aggressiva e poco invadente, poi la sua personalità emerge con più compiutezza, in particolare quando lavora a fianco di due partner di eccezione quali Ugo Tognazzi (con cui oltre ad innumerevoli film firma il programma di satira "Un, due, tre"), e la moglie Sandra.
All'albra dei sessant'anni si rimette in discussione,  quando la maggior parte dei comici si sente realizzata e vive delle glorie di gioventù.
Lascia definitivamente da parte i ruoli di spalla,  lui che aveva fatto satira accanto a Wanda Osiris, Erminio Maccaro, Carlo Dapporto e Gino Bramieri, e si dedica quasi esclusivamente al piccolo schermo, grazie all'ingaggio nel 1982 da parte delle reti Fininvest. Nasce "Casa Vianello", una situation-comedy fra le più riuscite della tv italiana. Indimenticabile rimane la chiusa finale di tutte le puntate, che ritrae la coppia a letto prima di addormentarsi e in cui, immancabilmente legge il giornale sportivo, mentre lei, altrettanto immancabilmente, si agita sotto le coperte pronunciando il leggendario "che noia, che barba!".
Nel 1991 Vianello conosce nuova popolarità con la conduzione di "Pressing", programma di commento al campionato di calcio di Italia 1, poi condotto per altre otto stagioni. L'attore è stato scelto per la sua capacità ironica e per la sua signorilità: un modo per sdrammatizzare l'aria surriscaldata che si respira intorno allo sport più amato dagli italiani, sempre così pronti a prendere sul serio ciò che accade sui campi di calcio. Da questo punto di vista si può tranquillamente dire che Vianello ha rappresentato l'inizio di una nuova stagione del commento sportivo, un modo nuovo e ironico di parlare di calcio.
Divenuto ormai un'icona del "buon presentatore" , Raimondo viene chiamato nel 1998 a presentare il Festival di Sanremo, dimostrandosi un artista variegato e mai fuori posto, sempre in grado di rinnovarsi in ruoli nuovi.
Una figura della quale la televisione italiana sentirà la mancanza.

mercoledì 14 aprile 2010

Orario fai-da-te: esperimento a Padova

Mi è sembrata degna di nota questa notizia riportata sulla Repubblica di oggi: protagonista è una ditta della provincia di Padova che sperimenta un meodo di autogestione dell'orario di lavoro attraverso un software. L'obiettivo sarebbe conciliare le esigenze personali con il lavoro, con la probabile consapevolezza da parte dell'azienda che operai più felici sono anche più produttivi.
Resterà un caso isolato? Intanto, Padova fa da apripista.

Ecco l'articolo integrale (FONTE: www.repubblica.it):


PADOVA - La fabbrica dove non  esiste l'orario di lavoro è un rettangolo bianco che compare in fondo a una strada bianca. Si chiama Zf, è un'azienda metalmeccanica, con gli operai in pantaloni blu e maglietta bianca con il logo aziendale che armeggiano in mezzo a un frastuono infernale.

Si trova a Caselle di Selvazzano, alle porte di Padova, è il terminale italiano di una multinazionale tedesca e produce soprattutto ingranaggi per motori marini. Solo che gli operai, 200 su 360 dipendenti, non ci vanno tutti dalle 8 alle 17: la produzione è continua, ma l'orario di ognuno è a sua scelta. L'hanno chiamato "orario a menù" ed è un miracolo che perfino il Politecnico di Milano ha studiato, la realizzazione concreta di un sogno che sembrava irrealizzabile: conciliare il tempo del lavoro con il tempo della vita.

Per non continuare ad affrontare i picchi di lavoro con lo straordinario, azienda e sindacati si sono messi a un tavolo e hanno inventato una soluzione che una ricerca europea indica come esempio da seguire: ogni due mesi i lavoratori compilano una richiesta con le loro preferenze sui tempi di lavoro mentre l'impresa presenta il piano sulle necessità produttive. Un software apposito incrocia le diverse esigenze. Quello che ne esce è l'orario di ognuno. Si può avere un "orario di carico", che significa lavorare di più. Ma si può scegliere anche quello di "scarico", per avere più tempo libero. Il bilancio delle ore si fa a fine anno, tenuto conto che in ogni settimana si dovrebbe lavorare 40 ore. Nella sala del consiglio di fabbrica, sotto un manifesto ormai ingiallito di Luciano Lama, Luca Bettio, delle Rsu, racconta: "Ci abbiamo guadagnato tutti. Abbiamo abolito lo straordinario, strumento in mano ai capetti, e l'abbiamo sostituito con un premio per la flessibilità. Così ognuno può bilanciare la sua vita familiare con quella della fabbrica, e in tempi di asili che chiudono e di anziani da accudire non è poco".

Così c'è chi, come Daniele Olivieri, 30 anni, addetto al montaggio, riesce a gestire un'associazione di volontariato, la Zattera Urbana, che si occupa di integrazione. E chi, come Daniele Agostini, al mattino può accudire i figli, mentre la moglie è al lavoro. Renzo Soranzo, occupato alle "isole di montaggio", racconta di un collega che nel tempo liberato si è laureato in ingegneria. E Gianluca Badoer spiega: "La fabbrica era una gabbia rigidissima, come nella Manchester dell'800, noi siamo riusciti a rompere quel meccanismo e a gestire la flessibilità in modo collettivo e con vantaggio reciproco". L'assenteismo è diminuito, aumentata la puntualità nella consegna, così come i margini di redditività. Marina Piazza, sociologa, sottolinea un altro aspetto virtuoso della rivoluzione Zf: per rendere possibile l'orario a menù, tutti hanno dovuto imparare a fare di tutto, aumentando la professionalità di ciascuno. "È la prova - dice - che non bisogna avere paura a cercare orizzonti più ampi, importante in un periodo in cui si deve immaginare una nuova mappa del welfare". Non è solo l'ingresso massiccio delle donne nel mondo del lavoro a suggerire l'urgenza di immaginare un nuovo equilibrio tra vita e lavoro. Eurofound, l'agenzia della Ue per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, conclude nel suo rapporto del 2009 che la flessibilità è uno degli strumenti per rispondere meglio alla crisi. I Paesi più dinamici e competitivi sono quelli che sanno innovare. Iniziando dagli orari di lavoro.                    

lunedì 12 aprile 2010

Equitalia: Usurai di Stato S.p.a.

Imperdibile puntata di "Report" ieri sera su Rai 3, che mette in luce lo strapotere di questa S.p.a, cui lo Stato ha affidato in toto il recupero dei crediti evasi. Dirigenti Equitalia denunciati per abuso d'ufficio, dati pubblici occultati e perfino "iscrizione a ruolo" dei beni di famosi imprenditori bloccati misteriosamente, a fronte di decine di migliaia di ipoteche e fermi sui veicoli scattati anche per un debito di poche migliaia di euro.
Le testimonianze di famiglie che si rivolgono agli strozzini difronte alla possibilità di perdere la propria casa per non aver pagaro una mensilità Inps O qualche multa, ci rendono totalmente impotenti davanti a uno Stato che non ci tutela, ma che a sua volta applica tassi da usurai.

Riportiamo l'inchiesta di Giovanna Boursier, giornalista e collaboratrice di Report, intitolata "Lo Stato dei conti":

Equitalia è una Spa con capitale pubblico, 51% Agenzia delle Entrate e 49% Inps, che fa riscossione di crediti per vari enti, per esempio i Comuni, e riscuote anche i debiti fiscali, cioè tasse o multe che i cittadini non hanno pagato. Vedremo quanto si paga in più, cosa comporta una dimenticanza, o una non avvenuta notifica. E' possibile che una mancata riscossione di un canone rai comporti un'ipoteca sulla casa senza che l'interessato lo sappia? Purtroppo succede spesso. Succede che le aziende che lavorano con gli enti pubblici non vengano pagate nei tempi stabiliti. E le stesse aziende si vedono imposto un fermo amministrativo o un'ipoteca perché a loro volta pagano in ritardo le imposte. Il sistema della riscossione è complesso almeno quanto lo è il bilancio dello Stato. La Finanziaria esiste dal 1978 e dovrebbe essere la manovra annuale che serve al Governo per riequilibrare i conti, visto che siamo strozzati dal debito pubblico. La finanziaria dunque dovrebbe correggere i bilanci con nuove necessità di spesa, tagli e nuove norme. Solo che normalmente, da settembre a dicembre, i mesi in cui viene discussa nelle Commissioni Bilancio del Parlamento, si riempie di commi e alla fine diventa  un maxiemendamento, di solito approvato sotto Natale con un voto di fiducia. Giovanna Boursier ha percorso il labirinto di  norme e leggine incomprensibili  non solo ai cittadini, ma anche a parlamentari che le hanno votate. Ogni anno si fanno tagli a Sanità o Istruzione ma alla fine la manovra finanziaria, nonostante la crisi, con alcuni è sempre generosa,  e così ogni anno vengono concessi, in modo bipartisan, i finanziamenti per il Belice o quelli per i cosiddetti enti inutili. Anche i fondi della “Legge Mancia” dal 2005 sono diventati una consuetudine: vengono discussi all’interno delle Commissioni Bilancio delle due Camere dove i parlamentari si spartiscono le quote per i loro territori. Alla fine ce ne è un po’ per tutti: 120mila euro alla congregazione Ave Grazia Plena di Afragola, 66.500 per fare un marciapiede ad Arsiè, 50.000 per salvaguardare il parco e la Via Appia, e via con una lunga lista. Intanto si prova a studiare un nuovo modello di "autofinanziamento", per esempio quello di costituire una spa pubblica che valorizzi il patrimonio del Ministero della Difesa. In che modo, e chi lo gestirà?

Fonte: http://www.report.rai.it/

mercoledì 7 aprile 2010

Il sacro sacrilegio

Continuano a spuntare qua e là, più o meno insistenti, testimonianze e denunce che vedono preti, curati e uomini di fede sotto i riflettori. E con loro chi ne ha subito le morbose attenzioni.
Non è la prima volta che ne sentiamo parlare, o che la costrizione alla castità ci induca qualche sospetto, ma certo la parola "censura" in questo periodo fa ancora meno scalpore di quella "pedofilia".
Diamo voce allora non a chi denuncia ma a chi è accusato, e rendiamoci  a nostra volta inaccusabili di faziosità, tanto più che il problema delle fonti a cui attingiamo le notizie rende spesso discutibili le tesi che ne derivano.

Nell'ottobre del 2006, un documentario della BBC era stato trasmesso in Inghilterra sugli scandali di pedofilia a carico di alcuni preti: "Sex Crimes and Vatican" (qui per chi volesse rivederlo sottotitolato) in Italia è andato in onda sulla Rai nel 2007, quando Santoro con Annozero apre una breccia scandalosa nel silenzio degli altri mezzi di comunicazione. Già allora la rete ne aveva veicolato i contenuti, e scandalizzato molti, senza però muovere a fondo l'opinione pubblica. L'inchiesta condotta da Colm O'Gorman, violentato a 14 anni da un prete cattolico nella diocesi di Ferns in Irlanda, rimette il coltello nella piaga e presenta un documento segretissimo del 1962 firmato dal Cardinale Ottaviani, "Crimen Sollicitationis" del quale qui riportiamo il documento integrale in inglese.
In questo documento, Ratzinger 35enne rinnova il divieto a testimoniare in tribunali civili (pena la scomunica) per reati di abusi sessuali che avessero coinvolto religiosi.  Il Vaticano rivendica a sé il controllo di queste situazioni e ribadisce che «tutto ciò che gli importa è contenere e controllare il problema». In nessun documento si accenna ad aiuti per le vittime, osserva Doyle. Anzi, denuncia, «la sola cosa che si dice è che possono essere intimidite, o punite per aver parlato o rivelato ciò che gli è accaduto».
Un altro documento reperito in lingua italiana, sottoscritto dall’allora Cardinale Ratzinger e dal Cardinale Tarcisio Bertone, è: “De Delictis Gravioribus”, una lettera inviata dalla Congregazione per la dottrina della fede ai vescovi di tutta la Chiesa cattolica e agli altri ordinari e gerarchi interessati, riguardo i delitti più gravi riservati alla medesima Congregazione per la dottrina della fede, datato 18 maggio 2001, confermato dal mondo cattolico in generale.
Facciamo un salto di qualche anno e citiamo alcune notizie di questi giorni: 
"Il Messaggero", 6 aprile - Nuove accuse dagli Stati Uniti alla chiesa cattolica per aver coperto un sacerdote, Joseph Palanivel Jeyapaul, accusato di aver abusato una ragazzina di quattordici anni in Minesota. Il sacerdote svolge tutt'ora la sua attività pastorale in India nonostante il vescovo del Minnesota avesse scritto alla Santa Sede sottolineando che il prete rappresentasse un rischio per bambini e ragazzi, come scrive il New York Times.
"La Repubblica" il 25 marzo pubblica on-line dei documenti ufficiali, con un lungo articolo dice che "Ratzinger e Bertone occultarono il caso di un sacerdote che abusò di 200 bambini".
Citiamo anche il servizio de "L'Avvenire" che ci spiega com'è andata veramente.
Materiali su cui informarci, senza fare accuse irriverenti e apologie di fede, ne possiamo trovare in abbondanza, anche se non in apertura dei Tg.
Ma un dubbio mi continua ad assillare: per caso qualcuno ha mai sentito dire dal Papa alla finestra che "chi compie simili ignominie sui bambini verrà scomunicato dalla Chiesa Cattolica"?



giovedì 1 aprile 2010

Pillola abortiva finalmente in Italia

Lo rende noto l'azienda produttrice francese Exelgyn Pillola abortiva, via alle richieste, anche se tocca alle Regioni scegliere tra ricovero di tre giorni o day hospital.
In Italia è stata autorizzata solo da pochissimo dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) all' esclusivo uso ospedaliero. Il Consiglio Superiore di Sanità ha deliberato che «come unica modalità di erogazione» della pillola abortiva RU486 ci sia «il ricovero ordinario fino alla verifica dell'espulsione completa» per garantire «la tutela psicofisica della donna e il rispetto della legge 194». Come ha spiegato Mauro Buscaglia, primario di ginecologia presso il S. Carlo Borromeo di Milano, la Ru486 non sarà da subito negli ospedali, ma «le farmacie ospedaliere potranno avviare la procedura per richiederla. Le prime dosi del farmaco potrebbero tranquillamente arrivare dopo Pasqua».
Da oggi, 1 aprile, come un bel pesce primaverile, arriva questa ventata di freschezza: l'azienda produttrice francese Exelgyn, che ha delegato la Nordic Pharma Srl alla distribuzione del medicinale  nelle farmacia ospedaliere.
Certamente risulta interessante sapere che la pillola (commercialmente detta Mifegyne) è già in giro da circa 20 anni, ed è già stata somministrata a più di un milione e mezzo di pazienti. Come dire che nel frattempo le donne italiane che volevano abortire dovevano andare sotti i ferri magari in anestaesia generale, sottoponendosi a tutti gli effetti a un intervento chirurgico invasivo.
Interessante è anche un altro aspetto: dato che la legge 194 sull'interruzione volontaria della gravidanza regola solo l'aborto chirurgico, rimane un buco legislativo sul nuovo fronte.
Qui intervangono le Regioni, che possono optare per il ricovero di tre giorni o per il day-hospital.
Come pensate che l'abbia presa la Santa Chiesa? E' scontro aperto, ovviamente.
In Veneto, al fianco dei ministri leghisti, il presidente veneto Zaia sceglie la linea dura: "Studieremo il modo per non farla arrivare negli ospedali veneti". Di larghissime vedute anche il neogovernatore del Piemonte Cota, che in segno di rispetto verso le scelte altrui, dice che "per quanto lo riguarda la pillola può restare benissimo in magazzino".
A voi la scelta. La scelta di informarvi, di leggere tutto e di valutare con cognizione di causa. Liberandosi degli stereotipi e dei marchi di partito, o anche solo da una veste che sottolinea un'autorità ancora indiscussa: quella dei preti. Che forse difendono l'idea della vita e dei bambini, quando rilasciano interviste, ma poi dietro le sagrestie, cedono ai loro pruriti in modo imperdonabile.