giovedì 15 aprile 2010

Ciao Raimondo

E’ morto Raimondo Vianello, personaggio amatissimo della televisione italiana, l'icona televisiva del "politically correct" a tutti i costi ma sempre dotato di grande sarcasmo. Avrebbe compiuto 88 anni il mese prossimo.
Lascia la sua inseparabile compagna di vita, Sandra Mondaini, con la quale condivide anche buona parte della sua carriera professionale.

Dopo un'infanzia in Dalmazia, dove il padre ammiraglio prova ad avviarlo alla carriera diplomatica, il giovane Vianello  vive gli anni drammatici della seconda guerra mondiale, mentre studia legge all'università. Alla fine del conflitto l'Europa è in ginocchio e Raimondo sembra aver quasi maturato un profondo disgusto per la politica: sente la famosa carriera del diplomatico quanto di più lontano da lui.
Proprio subito dopo la guerra un evento fortunato gli consente di cogliere al volo l'occasione per un cambiamento, di dirigere la sua vita in un senso tutto diverso. I generosi pigmalioni sono due giovani autori che faranno molta strada, una coppia che diverrà con gli anni sinonimo di commedia: Garinei e Giovannini.
Vianello partecipa, come sfida personale e a titolo di puro divertimento, al "Cantachiaro N°2" ideato dai due grandi autori, ed entra così a far parte del mondo dello spettacolo.
Da quel momento in poi la sua carriera è solo in ascesa. Dal pubblico, ma anche dagli addetti ai lavori, viene apprezzato il suo umorismo sottile, elegante, mai volgare, quasi distaccato. Mai Raimondo Vianello cade in un una battuta volgare o si permette una caduta di gusto. In breve diventa uno degli attori più amati di sempre, di quelli che tagliano trasversalmente tutte le generazioni perchè, con il loro modo di fare e di porsi, sono "universali".
Agli inizi per parecchio tempo si limita a fare la spalla, anche per via appunto della sua comicità non aggressiva e poco invadente, poi la sua personalità emerge con più compiutezza, in particolare quando lavora a fianco di due partner di eccezione quali Ugo Tognazzi (con cui oltre ad innumerevoli film firma il programma di satira "Un, due, tre"), e la moglie Sandra.
All'albra dei sessant'anni si rimette in discussione,  quando la maggior parte dei comici si sente realizzata e vive delle glorie di gioventù.
Lascia definitivamente da parte i ruoli di spalla,  lui che aveva fatto satira accanto a Wanda Osiris, Erminio Maccaro, Carlo Dapporto e Gino Bramieri, e si dedica quasi esclusivamente al piccolo schermo, grazie all'ingaggio nel 1982 da parte delle reti Fininvest. Nasce "Casa Vianello", una situation-comedy fra le più riuscite della tv italiana. Indimenticabile rimane la chiusa finale di tutte le puntate, che ritrae la coppia a letto prima di addormentarsi e in cui, immancabilmente legge il giornale sportivo, mentre lei, altrettanto immancabilmente, si agita sotto le coperte pronunciando il leggendario "che noia, che barba!".
Nel 1991 Vianello conosce nuova popolarità con la conduzione di "Pressing", programma di commento al campionato di calcio di Italia 1, poi condotto per altre otto stagioni. L'attore è stato scelto per la sua capacità ironica e per la sua signorilità: un modo per sdrammatizzare l'aria surriscaldata che si respira intorno allo sport più amato dagli italiani, sempre così pronti a prendere sul serio ciò che accade sui campi di calcio. Da questo punto di vista si può tranquillamente dire che Vianello ha rappresentato l'inizio di una nuova stagione del commento sportivo, un modo nuovo e ironico di parlare di calcio.
Divenuto ormai un'icona del "buon presentatore" , Raimondo viene chiamato nel 1998 a presentare il Festival di Sanremo, dimostrandosi un artista variegato e mai fuori posto, sempre in grado di rinnovarsi in ruoli nuovi.
Una figura della quale la televisione italiana sentirà la mancanza.

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